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Blur
2024 - 2025
Blur nasce dall’esigenza di indagare la relazione tra il senso compiuto di una realtà stabilita e la sua disgregazione in un caos germinativo, per pensare la crisi contemporanea in chiave poetica come soglia di possibilità.
Attraverso la deformazione di ciò che è ritenuto come inalterabile, il senso che attribuiamo alla realtà si fluidifica, assumendo forme che si muovono nell’indistinto, generando uno spazio nuovo di relazione.
La scrittura – e in particolare la Sacra Scrittura, per definizione immutabile, portatrice di un significato trasparente seppur infinitamente interpretabile – è il germe da cui nasce la serie di opere a cui Blur appartiene.
Il testo scelto per innescare il processo creativo è il racconto della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden (Genesi III, 21). Alla prima trascrizione in ebraico antico segue una ripetizione progressiva che produce un’opacità (Blur) grafica e visiva: i caratteri e il senso originario si dissolvono.
La scrittura è lavorata come un campo di forze, dove i segni, scrivendosi e riscrivendosi, si sovrappongono fino a disgregarsi. Il caos grafico che ne deriva è un terreno di tracce in cui il significato scivola, si frammenta e si rigenera continuamente, senza mai fissarsi, in un perpetuo slittamento.
Atto di resistenza contro le letture univoche dominanti e dominatrici, messa in crisi del logos lineare e razionale, Blur abbraccia la sfocatura, l’indeterminatezza e la complessità.
La sua forma finale è la traccia – una ”différance” secondo Derrida – di un senso mai del tutto compiuto.
In questi margini di indeterminatezza, agiti dalla scrittura come virus poetico in un corpo normativo, si resiste alla richiesta di essere definiti e categorizzati, disturbando quella chiarezza limitante su cui il mondo insiste.
Inchiostro, gomma naturale diluita, carboncino, Canson 180g 150 x 60


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